VIDEO
Narrazione in Lis: Fiorinda Pino – Luigi Lerose // Consulenza linguistica: Luigi Lerose // Illustrazioni: Lisa Amerighi // Riprese Video: Gabriele Clementi // Elaborazione grafica: Francesco Bicci

VOLUME
Traduzione Lis-italiano: Stefania Berti // Consulenza editoriale: Luisa Carretti // Consulenza linguistica: Luigi Lerose // Illustrazioni: Lisa Amerighi // Impaginazione e grafica: Silvia Peruffo // Stampa presso Coordinamento del progetto InSegnare a scuola: Luisa Carretti e Mariapia Rizzi

Questo volume è stato realizzato nell’ambito del progetto InSegnare a scuola sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese

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È mattina.
Gli uccelli volano liberi nel cielo.
Il sole splende sulle lunghe e ondulate file di piante di mais, fitte e gonfie
di pannocchie.
Ai piedi della collina c’è uno spaventapasseri di paglia. Indossa un cappello
e le sue braccia aperte ondeggiano piano a ogni soffio d’aria.
Non troppo lontano da lì, sotto un mucchietto di terra, c’è la casa
di una famiglia di ricci.

Riccio dorme ancora.
Pian piano apre gli occhi, va dai piccoli ricci che dormono beati e con
dei tocchi delicati della mano li sveglia uno per uno. Il primo apre un
occhio, il secondo un altro occhio e il terzo sbadiglia. Poi scendono dal
letto saltellando e rincorrendosi allegri, infine si siedono tutti insieme.
– Giochiamo? – chiede Riccio con sguardo divertito.
– Sìì, sì, sììì.
– Guardate la mia mano ... chi conosce un segno con questa forma
a numero tre?
– Io, io lo so. CERVO.
– Anch’io lo so, RANA.
L’ultimo sta ancora pensando, si guarda la mano – Uhm... GALLO!
– Bravissimi! E il premio sarà una pannocchia di mais
da sgranocchiare! Vado a prenderne una e torno – promette
Riccio ai piccoli contenti e si avvia verso l’uscio.

“Chissà”, pensa, e riprende sereno il suo cammino.
Poi passa di lì una famiglia di cinghiali, tutti in fila uno dietro l’altro
… e sono giù di morale. Spariscono in un attimo.
“... mah...”
Poco dopo incontra uno scoiattolo mogio, mogio, che con rapidi
saltelli si rifugia in un albero.
Mentre guarda lo scoiattolo, Riccio si accorge che lì intorno qualche
pianta di mais barcolla inquieta.
“Ma cosa sta succedendo?”

Scendendo la via bordata dalle piante, incrocia un cervo: sembra
di malumore, proprio sconfortato.
Riccio segue con lo sguardo il ritmo cadenzato del suo galoppo
finché si allontana.

Si arrotola all’istante sfoderando i suoi
forti aculei e con uno slancio ruzzola
giù, rimbalza sul cancello e lì si ferma.

In un baleno si srotola e si
ritrova davanti a due piedoni.

Lentamente alza lo sguardo e vede due orecchie lunghe
e arroganti, due occhi grossi e sfrontati, e dei dentoni
che affondano con voracità una pannocchia di mais.

È Lepre che ridacchia altezzosa.
– Questo campo è mio - dice a Riccio che la fissa irritato. – Eh sì, io sono
velocissima e sono arrivata prima di tutti - continua dandosi delle arie.
– Ma non abbiamo mai fatto una gara di corsa – la stuzzica Riccio – ne
facciamo una domani mattina?
– Ah, ah, ah! – sghignazza Lepre coprendosi i dentoni con una mano,
solo per far finta di essere educata, poi lo squadra sprezzante e risponde:
– Ah sì, sì – continua a deriderlo – tu? Con quelle zampette smilze?
Ah, ah, ah! A me va benone!

Riccio annuisce, l’accordo è fatto. Fa dietro front e stizzito risale la
via per tornare a casa, ma è anche preoccupato e un po’ distratto,
così inciampa su una pietra che rapida precipita giù.

– Eccoti! E la pannocchia di mais? – chiedono i piccoli non appena Riccio rientra.
– Eh! Il mais non è ancora maturo. Riproverò domani.
I piccoli ricci continuano a giocare fino al calar della sera, poi tutti vanno a dormire e nel suo letto Riccio pensa e ripensa:

“Dunque, io sono bravo ad appallottolarmi e rotolare... proprio come la pietra! Ma certo, che idea!” E sollevato si addormenta.

Riccio si sveglia di buon’ora, all’alba, e s’affretta a uscire.
S’incammina preoccupato ma deciso a mettere in atto il suo piano,
arriva in cima alla collina, si guarda attorno, riflette.

“Lo spaventapasseri è laggiù... qui! Questo posto è perfetto.”

Poi cerca delle pietre, ne trova tre, e le nasconde
per bene tra le piante.

Tutto è pronto.
In quel momento avvista Lepre che sta ancora ronfando, “Eccola là”,
in un attimo si fa tondo come una palla, rotola giù dalla collina, la
raggiunge e con dei tocchi della mano cerca di svegliarla.

Niente da fare.
Riccio alza gli occhi al cielo, sorride tra sé e sé, e con una mossa veloce
la punzecchia con un aculeo.

– Ahiaaa! – urla Lepre schizzando per aria.
– Buongiorno! – la saluta Riccio divertito – Eccomi qua, sono pronto.
– Sì, sì, ... sono pronta anch’io – risponde
Lepre massaggiandosi dolorante.
– Ho trovato un posto perfetto.
Seguimi – incalza Riccio.

I due si avviano pimpanti e salgono in cima al pendio.
– Partiamo da qui, facciamo tre giri di filato passando attorno allo
spaventapasseri, il primo che conclude diventerà il proprietario del
campo di mais – spiega Riccio.
– Sì, sì, molto bene – risponde ridacchiando Lepre.
Si posizionano.

Tre, due, uno, VIA!

Lepre scatta, le orecchie svolazzano su e giù, è veloce. Riccio la
segue con lo sguardo finché si allontana, prende la prima pietra
che aveva nascosto, la spinge e poi si nasconde. Rotolando giù la
pietra smuove tutte le piante di mais che tocca, una dietro l’altra,
Lepre vede le piante oscillare ma prosegue sicura la sua corsa,
gira attorno allo spaventapasseri e risale per ripartire subito.
Riccio è pronto, lancia la seconda pietra e questa volta
Lepre si preoccupa, “Ma è veloce!”

Corre all’impazzata, gira attorno allo spaventapasseri,
che traballa, poi risale. Riccio è ancora nascosto,
aspetta che Lepre riparta per il terzo giro e poi spinge
giù l’ultima pietra.
Poi si apposta nel punto di partenza.

Aspetta Lepre.

Lei sta correndo a più non posso e vede di nuovo le piante oscillare, “Ma è impossibile!”

Gira attorno allo spaventapasseri che stavolta non ce la fa più e crolla a terra, lei continua a rotta di collo, corre, corre. Arriva al traguardo sfinita e stramazza al suolo.

– Sono primo! – Riccio proclama la vittoria e continua – questo campo è mi... di TUTTI.

Tutt’a un tratto tanti animali
arrivano da tutte le direzioni
per sgranocchiare il mais in
compagnia. Che festa!

Lepre è molto delusa, si rialza a stenti e sta per andarsene quando
Riccio la raggiunge: – Ho detto “di tutti”, anche tuo. Vieni.
Lepre non si aspettava tanto.
– Grazie, grazie davvero – risponde con occhioni lucidi e contenti.
Riccio ora può finalmente cercare una grossa pannocchia di mais
per i suoi piccoli ricci, e la trova. È perfetta. Rientra contento a casa
tenendola con entrambe le mani, è grossa davvero.
Arriva a casa e apre le finestre. La luce del sole illumina la stanza
e risveglia gli occhi chiusi dei piccoli ricci.
– Eccolo! Il mais! – esclamano tutti contenti e cominciano
a mangiare con gioia.

Riccio li guarda
soddisfatto e sorride.

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